mercoledì 27 febbraio 2019

2 Mesi


Ormai sono 2!
Basta cosi poco per sentirsi parte della famiglia e non essere più il pesciolino rosso della situazione. Finalmente siamo quattro e tutti e quattro coscienti pieni di amore l'uno per l'altro.
Rileggere i post precedenti mi emoziona sempre.
Quelli della gravidanza, del post, dell'ansia e dell'attesa. Sembra impossibile essere qui.

Certo, il primo mese è tutto un cambiare pannolino, biberon e dormire (ben poco, dato che come il fratello non ama i riposini).
Per la mamma invece è un tornare alla normalità, ricominciano i fastidi da ciclo, gli ormoni ballerini e la stanchezza è sempre tanta, almeno quanto la voglia di perdere i chiletti in più a cui ci siamo lasciate andare.

Si intravede qualche sorrisino (sempre e solo a chi vuole lui), qualche momento di gioco e qualche emozione in più.
Sicuramente è sempre più difficile riuscire a procrastinare il biberon di qualche minuto, sa quello che vuole e sa come ottenerlo.
Soprattutto si può percepire la tipica ingenuità dei bambini, che non conoscono "le persone cattive" o le cose negative del mondo (tranne qualche colichina o mal di pancia), e ti guardano come se tu fossi la loro gioia più grande, il loro salvatore.
Un po' come noi guardiamo il pony express il sabato sera, quando porta le pizze.
Anche se sono convinta che in realtà quell'aria amorevole sia solo una copertura, molto alla "Mignolo e il Prof" e che il loro intento sia solo di conquistare il mondo a suon di cacche super puzzolenti e occhioni dolci.
Alla fine, a dare ragione alla mia tesi, gli si perdona tutto, dai rigurgiti sulla maglia appena cambiata dopo la doccia, alle notti insonni passate a fissarsi come stoccafissi.

Mi perdo spesso a pensare a quanto veloce passi il tempo.
Guardandolo vedo che piano piano sta diventando un vero bambino.
Gli occhi finalmente rimangono chiusi durante il sonno (non sempre ma siamo sulla buona strada).
I capelli ancora sono peluria, ma iniziano a definirgli il viso; e la ciccetta che ha messo su in questo periodo, essendo nato piccolo piccolo, si nota ancora di più.
Inizio a sentire e riconoscere il suo odore, nonostante non sia altro che latte tra le pieghe del collo, e di notte è bello sentire che ha bisogno della tua vicinanza per addormentarsi.

Però allo stesso tempo ormai sono due mesi.
Sembra ieri che ho visto la doppia linea sul test e incredula sono corsa a dirlo a Simone.
Mi rivedo a passare le giornate alla ricerca di un suo movimento, e a come immaginavo sarebbe stato il giorno del parto, come avrei avvisato a casa, cosa avrebbe fatto Gio appena arrivato in ospedale.
E ormai sono passati due mesi.
Arriverà il giorno dove, io e Simone seduti nella nostra sedia a dondolo sulla veranda, ripenseremo a tutto questo come i momenti più belli della nostra vita.


Il tempo sfugge di mano, passa velocissimo e soprattutto non ne abbiamo il controllo. Penso spesso a chi non c'è più. A come questa esperienza, nonostante sia stata la stessa di qualche anno fa, alla fine sia stata così diversa, in gran parte per la situazione completamente diversa attorno a noi e sulla quale non abbiamo controllo.
Ringrazio Dio, o chi per esso, tutti i giorni, perchè nonostante non se ne abbia il controllo, siamo qui, tutto è andato bene, tutto sta andando bene, ci amiamo e stiamo bene.
Sono grata a Madre Natura o chi per essa, per darmi la forza e la possibilità ogni mattina di alzarmi dal letto e respirare a pieni polmoni, quando c'è chi non può farlo.
Ma soprattutto sono grata alla mia famiglia, perchè nonstante tutto il male del mondo, dentro queste mura, ci amiamo come il primo giorno.

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