San Nicolò

mercoledì 5 dicembre 2018


Chi come me è della zona della Sinistra Piave Trevigiana, sa bene la trepidazione del 5 dicembre sera, quando si lascia sul balcone, qualche clementina e una carota, nell'attesa di trovare la mattina dopo tutto un po' mangiucchiato da San Nicolò e il suo asinello.
A casa mia si lasciava addirittura un bicchierino di grappa per scaldarlo poverino, deve pur sempre passare tutta la notte al freddo e buio per portare i regali a tutti i bravi bimbi.
San Nicolò è una tradizione molto radicata nelle nostre zone, in molte case anche più di quanto lo sia Babbo Natale.
Ricordo ancora i primi anni, poi verso le otto e mezza di sera passavano i famosi Bandòt, praticamente aiutanti del Santo che facendo rumore con lattine e scatole vuote avvertivano i bimbi che era ora di coricarsi, perchè si sa, passa solo dai bimbi che sono già a dormire.

Quanto è bello ricordare questi momenti e non lasciarli morire. Ormai noto come quante tradizioni vadano perse, soprattutto per pigrizia.
E' vero, anche San Nicolò ormai è una festa commerciale, ma come lo è qualsiasi offerta di supermercato o pubblicità televisiva.
Lo scopo non è spendere soldi, ma far sorridere un bambino e farlo continuare a vivere nel suo mondo di innocenza, fargli credere nelle favole e nelle storie dei nostri nonni.

I bandòt ormai non passano più se non per qualche famiglia che ne approfitta per fare un po' di casino. Nelle piazze sempre meno si vedono questi meravigliosi Santi che arrivano con il carretto e il muset a portare pacchetti e pacchettini, a volte anche solo semplici caramelle, ai bimbi che scendono nelle piazze acclamandolo.
E non parliamo di una festa religiosa, si certo, si nomina un santo, ma non è quasi mai vestito da Santo, ma con gli abiti pagani di un Babbo Natale, spesso un po' patito e con la barba bianca leggermente più corta, magari di qualche parente di un paesino vicino così nessuno lo può riconoscere.

Ora che ho un bimbo di sei anni capisco anche la gioia che sta dall'altra parte, dalla parte dei parenti vicini.
Ma quanto è bello cercare di nascondere il tutto? Soprattutto quando arrivano a questa età e stupidi non sono, quindi cominciano a chiedersi e farsi domande sul cosa stia succedendo.
Sul fargli scrivere la lettera, ma doverlo fermare a cose plausibili e ovviamente quando ti chiede il perchè non possa chiedere unicorni o giochi che costano più della casa, riuscire a girarci attorno come solo un genitori sa e può fare.
Oppure poi far sparire la letterina, ma allo stesso tempo nasconderla in posti improbabili perchè buttarla è brutto, pur sempre un bellissimo ricordo, ma non può essere messa in mezzo a foto o ricordi "comuni" o rischia di essere ritrovata alla prima rimpatriata di famiglia. Ma allo stesso tempo deve essere un posto che ci ricordiamo e dove lui non guarda mai, per non rischiare che per caso ci caschi. ( Quanti, ma quanti di voi hanno scoperto così Babbo Natale???)
Per non parlare della carta da regalo! Non può essere utilizzata una carta già in casa o potrebbe associarla a qualche altra festa, ma come nascondere due rotoli? allora via di posti improbabili che poi ci dimenticheremo.
E l'imbarazzo quando si vanno a prendere i pensierini lasciati dai nonni ma non poterli ringraziare? E dover optare per un: "Giovanni grida forte grazie San Nicolò così lui ti sente!"

Insomma, che belle le tradizioni, che bello la gioia della famiglia!
Sapete cosa, stasera mettete fuori dalla finestra una bella tazza di latte caldo e qualche carota, ovunque voi siate e qualunque età abbiate!
Chissà che domani non vi accada qualcosa di bello!
E poi, saprete di dover gridare forte: Grazie San Nicolò!



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